domenica 6 luglio 2014

Giardini di vita...
Una mia cara amica scrive sul suo blog di come i giardini le evochino un senso di morte.
Sì, a volte ho avuto anch'io questa sensazione. A volte.
Ma sarà perché io della morte ho ancora paura, e quindi la rifiuto.
Oppure perché non è questa l'idea che il giardino mi trasmette.
Un giardino è vivo, ora.
Non vive nel passato, non vive nel futuro, dove magari sarà morto.
Vive ora.
E la cosa meravigliosa è che io vivo ancora con lui.
Lo amo in un modo quasi smodato, come sanno amare i bambini, semplicemente e incondizionatamente.
Ha bisogno di me, perché sennò seccherebbe. Ma in fondo seccherei anch'io, se non avessi questo amore, che anni fa mi ha riportata in vita.
Questo è il mio rifugio, il mio mondo a parte.
L'altro giorno una vicina è venuta a trovarmi. "Sembra un'oasi", mi ha detto. Non ha detto né bello né brutto. Ha parlato di un luogo appartato, ha parlato di una sensazione ben precisa, di un rifugio, che è quello che il giardino è per me.
E non conta quanto è grande, né che proprio qui sotto ci sia una rimessa per auto, e che la poca terra sia imprigionata in qualche vaso. Conta che è un giardino.


4 commenti:

  1. C'è stato un momento che attingevo forza vitale dal mio giardino, ma in questo momento no, in questo momento mi mette tristezza. E' un momento che vorrei ridurre il tutto ad un vaso di petunie in un balconcino di un metro quadrato, forse mi darebbe più energia.
    E propio di una pianta di comunissime petunie avrei bisogno, le petunie e il loro profumo/odore mi riportano ad un preciso momento della mia infanzia dove mi sentivo un principino e i miei mi portavano alla sera a vedere decolli e atterraggi all'aeroporto di Caselle, quando negli aeroporti potevi andare a magiare il gelato al bar col dehor direttamente sulle piste. Avevo meno di 7 anni e adoravo sentire il profumo dei ciotoloni pieni di petunie.
    Si il giardino tocca in profondità la nostra anima, risvegliando pensieri o ricordi sopiti.
    Scusa se ho usato il tuo blog per questo sfogo, ma le tue parole hanno smosso dei pensieri che da qualche tempo mi ronzavano dentro.
    Buon giardino, buon terrazzo buon verde; che possano darti ogni giorno quell'energia e quella gioia che servono per vivere.

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    1. Grazie a te Nik.
      E guarda che quel principino c'è ancora. Sta proprio lì dentro di te, mica è cambiato. Proprio come il profumo delle petunie. Certo che il giardino tocca la tua anima, e tu lascia che la tocchi, e la curi, dove ce n'è bisogno. E che il principino si diverta ancora a correre e giocare. Adesso sei solo un pò stanco, ma passerà. Lascia fuori ogni pensiero quando sei in giardino. Vedrai, quando uscirai ti sentirai meglio. I tuoi pensieri staranno ancora lì ad aspettarti, ma di certo sembreranno meno grandi. Alle perse, spruzzali col verderame. Funziona, garantito.

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  2. Già, ma dalla vita non se ne esce vivi.

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    1. no, questo è vero, ma volendo se ne esce fertilizzante, che è utile per il giardino. Ed ecco che il cerchio si chiude perfettamente, il giardino si alimenta con la nostra vita e la nostra morte. Per lui fa lo stesso, per l'universo intero fa lo stesso, noi non siamo che scheggette di potenziale leonardite, nella migliore delle ipotesi.

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